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Con l’Internet of Things abbiamo appena cominciato.

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Con il termine Internet delle cose si indicano un insieme di tecnologie che permettono di collegare alla rete qualunque tipo di oggetto. Lo scopo di questo tipo di soluzioni è sostanzialmente quello di monitorare, controllare e trasferire informazioni utili innescando azioni conseguenti. L’ecosistema negli ultimi anni è passato dalla fase di sviluppo della tecnologia a quella di implementazione di soluzione pratiche i cui risultati sono sempre più evidenti e presenti nella nostra vita quotidiana. Il 2019 vedrà l’Internet of Things (IoT) integrarsi sempre più nella nostra vita quotidiana, cambiando il nostro modo di lavorare e di vivere.


Presto, daremo per scontato che praticamente tutti i dispositivi che possediamo: auto, TV, orologi ed elettrodomestici avranno la capacità di connettersi alla rete, comunicare tra loro, elaborare informazioni e compiere azioni. Le nostre case connesse accenderanno il riscaldamento appena ci sentiranno arrivare e il frigorifero ordinerà autonomamente il latte quando sarà finito. Questi ovviamente sono solo alcuni esempi.
In realtà, il mondo dell‘Internet of things è molto più ampio, va oltre la domotica e trova applicazione in svariati settori. È infatti un driver fondamentale della digitalizzazione dell’industria e della produzione. Strumenti, sensori, macchinari sono sempre più intelligenti e connessi, generano dati utili per migliorare l’efficienza produttiva e consentono l’implementazione di nuovi applicativi tecnologici come la manutenzione predittiva, necessari per abbracciare il cambio di paradigma imposto dall’industria 4.0.


Le applicazioni per questa tecnologia sono pressoché infinite: non solo case connesse e produzioni intelligenti ma anche smart city, mobilità, agricoltura, sanità, pubblica amministrazione.
Nel 2019 i dispositivi intelligenti ,stando agli esperti di settore, subiranno una crescita su tutti i livelli, grazie ad alcuni nuovi trend che impatteranno all’interno di un mercato in piena espansione. Analizziamoli nel dettaglio.

Le aziende punteranno fortemente sull’IoT

Secondo la ricerca di Forrester, nel 2019 aumenterà il numero di aziende che adotteranno la tecnologia IoT, con l’85% delle imprese che entro quest’anno implementerà o pianificherà l’integrazione di soluzioni IoT all’interno del proprio sistema aziendale.


L’IoT offre chiaramente enormi benefici alle aziende in svariati settori. La produzione, tuttavia, è il maggior ricevente dei vantaggi derivanti dall’introduzione, nel proprio ciclo di produzione, delle piattaforme IoT. I
macchinari connessi sono in grado di trasmettere agli altri dispositivi intelligenti ogni dettaglio dei propri parametri operativi e di efficienza.

Questi dispositivi rappresentano una svolta rivoluzionaria per l’industria che trasforma ogni fase del processo di produzione, dallo sviluppo alla gestione della supply chain. I produttori saranno così in grado di prevenire ritardi, migliorare le prestazioni di produzione e ridurre i tempi di fermo delle apparecchiature. La manutenzione predittiva è invece attualmente appannaggio solo dei players che da diversi anni hanno investito somme ingenti nell’IoT. Ma con una crescente comprensione dell’utilità e dei benefici connessi all’introduzione di queste soluzioni, le piattaforme IoT si estenderanno in poco tempo anche alle realtà aziendali più piccole, che richiedono maggiori sicurezze e tutele in termini di ritorno dell’investimento per non compromettere il proprio operato.

Controllo vocale: l’interfaccia utente del futuro che ottimizza i processi aziendali

Ci stiamo abituando a usare le nostre voci per controllare i dispositivi domestici intelligenti attraverso gli assistenti vocali come Alexa di Amazon o Siri di Apple. Ma il 2019 sarà l’anno in cui il resto degli apparecchi che utilizziamo quotidianamente troverà la “propria voce”.

Quasi tutte le case automobilistiche ad esempio stanno lavorando all’integrazione di assistenti vocali proprietari e di terze parti all’interno della propria offerta di autovetture con lo scopo di creare un vero e proprio compagno di viaggio digitale dell’automobilista capace di rispondere alle sue domande e risolvere i suoi problemi, nel massimo della sicurezza. Infatti attraverso la nostra voce possiamo impartire ordini ai nostri maggiordomi digitali senza mai distogliere lo sguardo dalla strada.

E il controllo vocale (con feedback basato sul linguaggio naturale) rappresenta ormai una tecnologia pronta per affrontare anche applicativi industriali e aziendali. In quanto riflette la sua utilità garantendo livelli maggiori di produttività e rendendo più efficiente la gestione dei processi aziendali, riducendo ad esempio il numero di errori degli operatori e velocizzando l’elaborazione degli ordini. Il controllo vocale rappresenta anche un’ulteriore rimozione delle barriere di comunicazione tra uomo e macchina. All’inizio dipendevamo completamente dal linguaggio di programmazione per trasmettere gli input ai computer, prima che iniziassimo a utilizzare le interfacce utente riducendo le barriere d’ingresso. Il riconoscimento vocale e l’elaborazione del linguaggio naturale sono il passo logico successivo verso una tecnologia capace di aumentare la nostra produttività sul lavoro e migliorare la nostra vita quotidiana.

IoT ed Edge computing: una potenziale sinergia

Una architettura di edge computing è una infrastruttura in cui esiste un centro nevralgico per la conservazione e l’elaborazione delle informazioni, ma affiancato da una moltitudine di nodi periferici che conservano ed elaborano attraverso algoritmi i dati generati localmente, generalmente nei punti in cui la rete entra in contatto col mondo reale, ad esempio all’interno di sensori e telecamere.

La criticità è rappresentata dal fatto che un’enorme quantità di dati raccolti da questi dispositivi sarebbe inutile se non filtrata da una prima elaborazione effettuato all’interno dei nodi periferici. Un buon esempio è rappresentato da un sistema di videocamere di sicurezza che trasferirebbe terabyte di dati video su un server centrale o su un cloud, quando gli unici dati rilevanti sarebbero i pochi megabyte che mostrano attività sospette o illegali. Quando questi dispositivi sono in grado di eseguire il proprio calcolo in loco, piuttosto che trasferire tutte le informazioni non filtrate al sistema centrale per essere poi elaborate nel cloud, si evita di intasare le reti con informazioni superflue e si rende disponibile una maggiore potenza di calcolo per le attività importanti. Nell’esempio precedente, gli algoritmi di riconoscimento delle immagini in esecuzione sull’hardware e sul software installati nella telecamera stessa analizzerebbero le immagini video relative alle attività sospette e solo i dati più utili verrebbero trasmessi al cloud per ulteriore elaborazione e archiviazione.

L’Intelligenza Artificiale guiderà lo sviluppo e l’implementazione dell’IoT

L’intelligenza artificiale (AI) e l’Internet of things sono aree tecnologiche strettamente correlate. L’IoT è utile per via dell’enorme quantità di dati che è in grado di generare. D’altra parte analizzare l’enorme mole di informazioni che vengono create da centinaia di apparecchi intelligenti collegati all’interno di una rete industriale è al di sopra delle capacità umane.

Qui entra in gioco l’intelligenza artificiale il cui compito principale è individuare, attraverso dei modelli di apprendimento automatico, quei valori anomali nei dati che potrebbero indicare opportunità di efficienza o fornire un avviso tempestivo su un problema imminente.
Poiché le reti IoT aumentano di dimensioni e complessità, diventeranno sempre più dipendenti dai nuovi sviluppi dell’intelligenza artificiale e dai progressi dell’apprendimento automatico. L’ IA ricopre anche un ruolo fondamentale nel proteggere le strutture IoT, attraverso sistemi automatizzati di rilevamento delle minacce informatiche.

Le reti 5G amplieranno l’ambito di utilizzo e la disponibilità dell’IoT

Quest’anno verranno attivate le prime reti 5G consumer-ready, le nuove reti mobile che saranno fino a 20 volte più veloci delle attuali di quarta generazione. L’IoT dipende dalla velocità e dalla disponibilità dei servizi dati, e oggi ci sono ancora molte zone d’ombra nelle quali l’applicazione di tecnologie intelligenti e connesse è ostacolata dall’assenza di copertura della reta mobile. Il 5G è l’infrastruttura candidata a gestire l’internet delle cose. Infatti per via della sua maggiore flessibilità nella gestione della banda rispetto alla rete attuale permetterà un’ampia copertura, a basso costo e con bassi consumi di energia, anche in presenza di collegamenti isolati.
Con le reti mobili più veloci e stabili l’ambito dei progetti IoT può ampliarsi in modo esponenziale. Idee come la “smart city”, in cui i servizi civici sono connessi in rete e i dati analizzati per creare ambienti di vita urbani più efficienti, innalzando gli standard di sostenibilità, vivibilità e dinamismo economico, diventano progetti applicabili.

La diffusione del 5G avrà un impatto notevole anche nel settore della mobilità. La rete si sta trasformando da tecnologia di supporto informativo per il guidatore a un sistema integrato in grado di controllare autonomamente i mezzi di trasporto. Ciò significa connettere alla rete i sistemi di bordo dei veicoli, renderli capaci di dialogare tra loro, con l’infrastruttura e con ogni dispositivo del mondo esterno. La tecnologia utilizzata dalle auto a guida autonoma e dai veicoli di trasporto pubblico trarrà grande beneficio dalla maggiore larghezza di banda e dalla minore latenza garantite dalle reti 5G.

KXDW4W Empty cockpit of autonomous car, HUD(Head Up Display) and digital speedometer. self-driving vehicle.


L’accesso praticamente istantaneo alle informazioni (quantificabile in 3 millisecondi il tempo di risposta ad una richiesta sulla rete) sarà il fattore abilitante di questi servizi. Le vetture infatti potranno contare su reazioni immediate ogni volta che interrogheranno le mappe o le infrastrutture stradali per ottenere i dati necessari a gestire le situazioni che le circondano così come gli imprevisti.

Il futuro dell’Entertainment: l’era degli eSports è già qui.

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Una crescita inarrestabile per un mercato che sta per superare la quota di 1 miliardo di dollari. Gli eSports sono la nuova frontiera dell’Entertainment e siamo solo all’inizio.

Gli eSports possono essere definiti come videogiochi competitivi organizzati a livello professionale, in cui i partecipanti competono in un ambiente virtuale per denaro e riconoscimento. Gran parte della forza attrattiva degli sport elettronici consiste nella loro inclusività, in quanto chiunque con destrezza e determinazione può, in teoria e con molta pratica, raggiungere un livello d’élite indipendentemente dal proprio atletismo. E, grazie a Internet e alla proliferazione delle piattaforme social, i tornei eSports sono diventati rapidamente globali. Ciò è dovuto al fatto che la distribuzione è quasi interamente digitale, con i fan che sono in grado di trasmettere contenuti esportivi gratuitamente in qualsiasi parte del mondo.

Il prima dato che conferma le stime di crescita degli anni scorsi è quello relativo agli introiti generati dal mercato degli sport elettronici.
Nel 2019 il giro d’affari degli eSports potrebbe superare la barriera del miliardo di dollari raggiungendo quota 1,1 miliardi con una crescita del 26.7% su base annua.

La curva positiva di questo settore non accenna ad alcuna flessione, se nel 2017 rappresentava solo l’1% del mercato globale del gioco con circa 700 milioni di dollari, gli analisti di Newzoo prevedono che gli introiti generati dall’industria dei videogiochi competitivi raggiungerà la cifra di 1,65 miliardi di dollari entro il 2021. Secondo le previsioni più ottimistiche invece, se uno o più fattori di crescita dovessero subire un’improvvisa accelerazione, tra tre anni il mercato potrebbe generare introiti per 3,2 miliardi di dollari.

Con la popolarità del settore in continua espansione, il numero di spettatori esportivi nel mondo aumenterà di quasi il 50% dai livelli del 2018 raggiungendo i 560 milioni entro il 2021. La conferma di questo trend l’abbiamo negli Stati Uniti, dove il numero dei fruitori di contenuti eSports su piattaforme di streaming dedicate come Twitch, Youtube e sui canali convenzionali della tv come TBS ESPN, ha già superato quello degli spettatori della NHL (lega nazionale di hockey) e si prevede che entro il 2021 conquisterà il secondo posto per numero di ascolti dietro la lega nazionale di football.
Inoltre è emerso come il settore rimanga sotto-monetizzato rispetto agli sport tradizionali. Infatti il ricavo medio per appassionati degli eSports è stato di soli 3,60 dollari nel 2017 (sarà di 6.02 dollari entro il 2022), una frazione del ricavo medio di 15 dollari per fan del basket e dei 54 dollari per spettatore degli sport tradizionali a livello mondiale.

Il coinvolgimento del pubblico per gli sport elettronici è estremamente elevato. Per gli inserzionisti è ideale rivolgersi a un pubblico vasto molto appassionato e quindi disposto a spendere. Secondo un rapporto stilato dalla banca d’affari Goldman Sachs datato ottobre 2018, il mercato degli eSports ha generato un fatturato annuo stimato di 655 milioni di dollari nel 2017, il 38% dei ricavi provenivano dalle sponsorizzazioni con brand endemici, direttamente collegati al settore videoludico, il 14% dai diritti tv e di streaming e il 9% dalla merchandising e dalla vendita di biglietti e abbonamenti. Entro il 2022, tuttavia, si prevede che i diritti televisivi e di streaming raggiungeranno il 40% del totale dei ricavi, con i contratti di sponsorizzazione che diventeranno la seconda fonte di reddito con una percentuale vicina al 35%.

Inoltre l’indagine della Goldman Sachs ha messo in evidenza una tendenza che conferma, una superiore rapidità propria degli esports rispetto agli sport tradizionali, nel recepire le mutate esigenze del mercato. Adattando quelle regole e dinamiche interne che sono alla base del mutamento e che permettono al sistema di mantenere alti livelli di coinvolgimento e partecipazione, elementi fondamentali per esercitare un rinnovato potere attrattivo sui suoi utenti. Nei prossimi anni gran parte dei giocatori migrerà dai pc verso i dispositivi mobili. Gli investimenti infatti si stanno concentrando proprio su quelle società che implementano le nuove meccaniche di gioco all’interno delle piattaforme mobile. Dal 2013, ci sono stati 3,3 miliardi di investimenti in capitale di rischio in start-up legate agli eSport seguendo 3 canali principali di investimento: il mobile, il live-streaming e il mercato asiatico. Infatti se su scala mondiale, la zona del Nord America rappresenta l’area geografica più ricca, con gli addetti ai lavori che possono contare su entrate pari a 409,1 milioni di dollari, in Cina, dove il fenomeno del “mobile eSports” ha raggiunto un alto livello di popolarità, il fatturato si attesterà sui 210,3 milioni di dollari entro la fine del 2019, cifra che consentirà ai cinesi di superare l’Europa occidentale in termini di ricavi.

L’evoluzione tecnologica nel mondo degli eSports probabilmente seguirà questi trend d’investimento con un’attenzione particolare alla realtà virtuale, una tecnologia non ancora matura per la diffusione di massa ma che potenzialmente rappresenta la massima espressione del coinvolgimento videoludico. A tal fine, la società canadese YDX Innovation ha sviluppato un prodotto che si adatta perfettamente al segmento.
L’Arkave VR Arena è una piattaforma di gioco che porta con se l’esperienza immersiva della realtà virtuale, un modello di business altamente scalabile secondo l’azienda. Infatti YDX Innovation ha recentemente annunciato di aver firmato un accordo con la società eSports Jackpot Rising per organizzare tornei con Arkave VR.

Gli eSport rappresentano una delle tendenze più in voga in assoluto, che ha portato il mondo del gaming alla ribalta attirando una quantità sempre più consistente di investimenti e ottenendo importanti risultati in termini di crescita. Se questi trend espansivi troveranno conferma anche nei prossimi anni consentiranno agli sport elettronici di generare entrate superiori a quelle dei tradizionali eventi sportivi.

I principali trend Fintech 2019

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Il 2018 è stato l’annus mirabilis del fintech. Il settore ha raggiunto un nuovo record assoluto in termini di volume e numero di investimenti, raccogliendo, grazie al venture capital, quasi 40 miliardi di dollari a livello globale.
Nel 2019 assisteremo ad un progressivo sviluppo di questo trend espansivo che rappresenta una nuova sfida da raccogliere per le aziende che vogliono imporsi come protagoniste del nuovo modo di vivere la finanza.

Qualche dato

I dati contenuti nel report “2019 Fintech Trends to Watch”, elaborato dalla società di analisi di mercato CB Insights, confermano come il 2018 sia stato un anno da record per il settore. Sono stai raccolti 39,57 miliardi di dollari (+128% sull’anno precedente) distribuiti su 1700 contratti (+15%) e 1463 startup a livello globale, con oltre 50 investimenti superiori ai 100 milioni di dollari di valore.
Dallo studio di CB Insights emerge in modo inequivocabile la crescita esponenziale degli investimenti del settore a livello mondiale. Se nel 2014 non raggiungevano i 9 miliardi di dollari e nel 2017 erano scesi a 18 miliardi rispetto ai 19,3 del 2016, lo scorso anno sono più che raddoppiati sfiorando i 40 miliardi.


Il continente che nel 2018 ha fatto registrare la crescita più sostenuta rispetto al numero di contratti è l’Asia (+38 %) e un livello record di raccolta di 22,65 miliardi di dollari su 516 accordi. Gli Stati Uniti rimangono comunque il primo mercato, con 659 investimenti per un finanziamento complessivo che raggiunge gli 11,89 miliardi di dollari, nuovi massimali su base annuale.
Riguardo alle economie emergenti, il Sud America sempre nel 2018 ha esercitato una forte attrattiva sugli investitori, nonostante i conflitti sociali, politici e monetari che hanno interessato l’intera regione. Sono stati conclusi 55 affari per un valore totale di 540 milioni di dollari, entrambi rappresentano un nuovo record annuale. NuBank, con sede in Brasile, è diventato il primo unicorno (startup che ha superato il miliardo di dollari di capitalizzazione) dell ‘America meridionale e ha chiuso il 2018 con un investimento di 90 milioni di dollari di Tencent.
Infine in Europa, se pur a fronte di una diminuzione del numero totale delle operazioni, sono stati investito oltre 3,5 miliardi di dollari, un record per il Vecchio Continente.

Espansione globale

Dopo gli anni di predominio americano, il mercato fintech sta evolvendo anche a livello di distribuzione geografica con l’aumento di accordi, startup e investitori al di fuori dei mercati principali (Stati Uniti, Gran Bretagna e Cina). Difatti più di un investimento su tre in startup fintech avviene ormai fuori dai confini di questi Stati, in Paesi che negli ultimi anni si sono trasformati da realtà marginali per lo sviluppo del settore in poli di innovazione tecnologica in ambito finanziario.
Un esempio rappresentativo di questo trend è il Sud-Est asiatico che viene definito dal CB Insights come un vero e proprio “focolaio” per le imprese ad alto contenuto tecnologico impegnate nel settore finanziario.

Transazioni economiche digitali: verso l’indipendenza dal contante

Secondo il report, le attività delle società cinesi WeChat Pay e Alipay rappresentano il primo passo verso “un’economia sempre più indipendente dai contanti” nel Paese del dragone. Il sistema di pagamenti tramite app e mobile è passato da transazioni per un valore pari a un trilione di dollari nel 2015 a transizioni per 15,5 trilioni nel 2017.


Questa tendenza sembra interessare anche l’America Latina, con il leader del commercio elettronico latino-americano MercadoLibre, in forte espansione nei pagamenti tramite codice QR. Il colosso e-commerce inoltre, ha ampliato l’offerta dei suoi servizi gestendo un’attività di prestito ai venditori e un fondo di investimento per titoli a breve scadenza ad alto rendimento. Il fatturato del portafoglio mobile di MercadoLibre è stato valutato in 2 miliardi di dollari.
Anche in Giappone, Paese tradizionalmente legato all’uso del contante, si registra questa apertura nei confronti dei pagamenti digitali. Qui Line, la principale app di messaggistica del territorio, sta spingendo verso i pagamenti mobile riscontrando una risposta più che positiva dato il numero crescente di esercenti che accettano la LinePay, piattaforma proprietaria dei pagamenti elettronici. La società giapponese ha iniziato ad espandersi in altre attività finanziarie, tra cui la gestione patrimoniale e il settore assicurativo.
Nel Sud-Est asiatico due dei principali attori tech dell’area, hanno ampliato le proprie piattaforme digitali implementando l’offerta con servizi finanziari, attraverso un processo di acquisizione di alcune startup fintech già operanti sul territorio e tramite l’avvio di partnership con aziende di social landing (prestito tra privati), per espandersi anche nel settore del credito.

Democratizzazione degli investimenti

L’analisi degli scenari previsti nel corso del 2019 da CB Insights, indica gli sforzi del mondo startup fintech nell’ampliamento della propria offerta di servizi finanziari. Attraverso la creazione di nuovi asset che intercettano i bisogni di una clientela giovane, queste società innovative stanno democratizzando quegli investimenti storicamente integrati nelle offerte rivolte ad una fascia ristretta della popolazione, proprie della finanza tradizionale.

Una duplice sfida per il 2019

In questo 2019 le aziende fintech saranno impegnate in una doppia sfida: aumentare l’offerta di servizi a disposizione degli utenti e accrescere la propria presenza internazionale. Potranno perseguire questo obiettivo attraverso accordi collaborativi con le banche ed altre piattaforme digitali, approfittando di una legislazione favorevole e di una crescente fiducia degli investitori.

AI & Travel, un binomio vincente.

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Negli ultimi anni il settore alberghiero europeo è stato oggetto di importanti cambiamenti. Reti Peer-to-Peer, siti, community e portali di recensioni hanno permesso ai clienti di esprimere liberamente la propria opinione – nel bene o nel male – rendendo il business sempre più competitivo.

Tuttavia, negli ultimi anni, l’intelligenza artificiale (AI), combinata con l’apprendimento automatico e l’elaborazione simbolica, ha generato nuove opportunità nel settore e ha trovato applicazione nello snellimento dei processi aziendali, nella gestione della reputazione del marchio e nella personalizzazione dell’esperienze dei clienti.

Ecco cinque esempi di come l’implementazione dell’intelligenza artificiale nell’industria alberghiera europea ha apportato migliorie significative in termini di redditività e soddisfazione del cliente.

1 – Analisi semantica e scienza dei dati

Travel Appeal, è una startup che ha ideato il TAI ( Travel Appeal Index), un algoritmo che raccoglie e interpreta l’enorme quantità di dati relativi al settore alberghiero e turistico. Questo avviene analizzando con tecnologia semantica le informazioni disponibili sul web che vengono sintetizzate, elaborate e trasformate in suggerimenti intelligenti e soluzioni pronte all’uso per le strutture ricettive. Ciò consente al gestore di comprendere in che modo la propria struttura viene percepita su Internet, evidenziando critiche e punti di forza e individuando gli interventi necessari per migliorare il servizio e l’attrattiva della propria offerta.

2 – Sistema di raccomandazione per la pianificazione dei viaggi

Gilad Berenstein, imprenditore, fondatore e CEO di Utrip insieme al suo team ha sviluppato uno strumento online che consente ai viaggiatori di creare rapidamente il loro itinerario perfetto. Il potente algoritmo di intelligenza artificiale di Utrip ordina milioni di potenziali combinazioni di hotel, siti, attività e ristoranti sulla base del budget e delle preferenze espresse dal viaggiatore, attingendo da un vasto database di informazioni di viaggio. L’approccio per big data di Utrip considera anche fattori critici come la stagionalità e la logistica.
In pochi minuti l’algoritmo fornirà all’utente un itinerario completo del viaggio suddiviso giorno per giorno e integrato con le mappe.

3 – Smartphone e Robot

Gli hotel stanno facendo a meno delle reception. Gli ospiti possono ora effettuare il check-in e persino sbloccare la propria camera utilizzando lo smartphone. L’eliminazione di un impiegato presso la reception riduce i costi e aumenta i profitti. Anche i robot ormai possono svolgere le operazioni di supporto al check-in/check-out e fornire il servizio in camera. CNN Travel ha annunciato che il primo mini robot umanoide di nome Mario ha lavorato in un hotel Marriott a Gent, in Belgio nel giugno del 2015. Funziona come un receptionist, parla 19 lingue, utilizza software di riconoscimento facciale e ha due videocamere in grado di archiviare i volti dei clienti per sei mesi.
Il Marriott ha registrato un aumento del 5% della soddisfazione degli ospiti nello stesso mese in cui è stato utilizzato il robot.

4 – Assistente personale intelligente

L’ Hotel Clarion di Stoccolma è stato il primo hotel al mondo a fornire ai propri ospiti un assistente personale intelligente che si controlla mediante comandi vocali. Il chatbot è basato su Alexa, l’assistente personale sviluppato da Amazon ed è stato perfezionato e potenziato con funzioni specifiche per l’hotel. Questo sistema integrato di intelligenza artificiale può svolgere compiti quali: svegliare gli ospiti al mattino, ordinare un taxi, far ascoltare la musica che si preferisce, cercare informazioni su internet, informarsi sulle previsioni meteorologiche, regolare l’illuminazione della camera e richiedere il servizio in camera.
Il risultato sono recensioni entusiastiche che generano più visite e quindi maggiori entrate.

5 – Visione artificiale e apprendimento simbolico

Monugram è un’app ideata da un gruppo di studenti universitari italiani e viene chiamata “lo Shazam per i monumenti”. Facendo i turisti in una città che non si conosce spesso capita di vedere particolari monumenti, ma senza cartelli illustrativi che li spieghino. Grazie a questa applicazione basterà scattare una foto al monumento che ha catturato la nostra attenzione e poi potremo sapere la sua storia. Leggendola, in italiano e in inglese, direttamente dallo schermo del nostro smartphone. Il sistema sfrutta una complessa tecnica di riconoscimento mediante la visione artificiale, una componente dell’apprendimento simbolico dell’IA, per raccogliere e trasformare i dati provenienti dalla fotocamera dello smartphone.
L’app è perfetta da consultare come una guida turistica sempre a portata di mano.

Storie di successo che, siamo pronti a scommetterci, saranno affiancate da nuovi servizi e applicazioni di queste tecnologie che permetteranno alle società impegnate nel settore dell’ospitalità di conquistare un vantaggio competitivo e prosperare in un mercato affollato e in continua evoluzione.

Per questo chi oggi opera in questo settore deve necessariamente guardare con grande interesse a questi servizi e ai loro sviluppi futuri.

Quali sono le 10 aziende più innovative del mondo?

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Fast Company ha pubblicato l’annuale classifica delle 50 società più innovative al mondo. La tradizionale graduatoria tiene conto della capacità che ogni singola compagnia ha di impattare sul business, sul settore in cui opera e sulla società facendo leva sulla propria capacità innovativa.
Di seguito riportiamo le aziende che occupano i primi dieci posti di questa ambita lista, le aziende alle quali ispirarsi per portare la propria vision uno step in avanti.

1- Meituan Dianping

Conquista l’ambito titolo di società più innovativa al mondo il colosso tech cinese Meituan Dianping che propone app per la prenotazione di servizi (dal cibo agli hotel, dai ristoranti al cinema). Una Big Company che ha visto transitare sulle proprie app 33.8 miliardi di dollari e conta 350 milioni di utenti sparsi in 28 mila città diverse. Sono 1783 i servizi disponibili h24, sette giorni su sette, per ogni cliente che in media usufruisce della piattaforma tre volte a settimana.

2- Grab

È un’azienda nata nel 2012 a Singapore che offre servizi di ride hailing (trasporto a pagamento su richiesta) e servizi di logistica attraverso applicazioni per dispositivi mobili. Quella che all’inizio sembrava una rivisitazione asiatica di Uber è diventato in pochi anni un’estesa piattaforma che fornisce un’ampia gamma di servizi ai sui utenti (dal bike sharing al food delivery, dal noleggio auto alla prenotazione dei viaggi). Nel 2018 ha ampliato la sua offerta con soluzioni finanziarie come Grab pay, un servizio di pagamento tramite app sulla falsa riga di Alipay e WeChat Pay. Queste attività hanno permesso alla società di Singapore di raggiungere nello stesso anno un miliardo di fatturato e di attrarre nuovi finanziamenti per una cifra vicina ai 3 miliardi di dollari.

3- NBA

Nell’epoca delle distrazioni, l’NBA è riuscita a catturare l’attenzione delle persone. L’anno scorso la lega professionistica di pallacanestro più famosa del mondo ha battuto il record di pubblico per il quarto anno consecutivo. I suoi sforzi si sono concentrati verso streaming ed e-sports. Gli abbonati al suo servizio streaming infatti sono aumentati del 63% e le entrate totali del 25%. In ottica esport, nel 2017 la lega ha firmato un accordo con la Take Two Interactive per dare vita ad un campionato professionistico di Nba virtuale trasmesso attraverso la piattaforma streaming Twitch.

4- Walt Disney Company

Molte tra le più importanti media company aspirano a diventare protagoniste nella battaglia dello streaming. Non c’è dubbio che le piattaforme online siano impegnate in uno scontro senza esclusione di colpi, con miliardi di dollari investiti. Netflix, il famoso servizio di streaming che consente agli abbonati di guardare una varietà di serie tv, film, documentari e altro ancora, rimane in testa ma il lancio della piattaforma di proprietà della Walt Disney Company può rimescolare le carte in tavola, affermandosi come uno dei principali concorrenti o addirittura come realtà in grado di superare il player principale. Faranno parte dell’offerta Disney+, questo il nome della piattaforma digitale, i classici del colosso del mondo cinematografico, i film Pixar, i brand Marvel e Star Wars, ai quali ultimamente si sono aggiunti i prodotti Fox (Avatar, X-Men, Deadpool e i film da oscar di Fox Searchlight) oltre ad alcune produzioni originali che la Disney ha già in cantiere e che vedranno la luce proprio con il debutto della piattaforma.

5- Stich Fix

È un servizio di shopping online che offre un’esperienza d’acquisto personalizzata che promette di rivoluzionare per sempre il modo in cui le persone vivono lo shopping. Nel momento in cui una persona si iscrive su Stich Fix deve compilare un questionario approfondito per comunicare non solo le sue taglie ma anche e sopratutto, modelli e stili preferiti, occasioni d’uso, aspettative e budget. Queste informazioni verrano prese in esame da un personal stylist che selezionerà i capi che potrebbero rispondere ai gusti,alle esigenze al budget del cliente. L’outfit così composto sarà inviato direttamente a casa del destinatario che conserverà gli oggetti che desidera acquistare e potrà rispedire gratuitamente il resto. Stich Fix è un servizio di styling che ha portato una ventata di novità nel mondo dello shopping online. I dati confermano l’enorme potenziale, la società ha generato 1,2 miliardi di dollari nel 2018 e ha raccolto nel primo trimestre del 2019 366 milioni di dollari.

6- Sweetgreen

Sweetgreen è una catena di “salad bar”, una specie di fast food con cibi di qualità e prodotti genuini, nel quale ogni cliente ha la possibilità di preparare, ad esempio, la sua insalata. La provenienza delle materie prime è certificata a partire dalle 150 fattorie biologiche che coltivano verdure e frutta. Sweetgreen conta 91 ristoranti in 8 Stati e con altri 15 ristoranti prossimi all’apertura entro la fine dell’anno, questo network si sta imponendo nello stile alimentare americano.

7- Apeel Sciences

È una start up americana che si è posta l’obiettivo di allungare la “shelf life” dei prodotti ortofrutticoli ingannando i microorganismo che ne provocano il deterioramento. Dopo sei anni di ricerca e sviluppo l’Apeel Sciences ha presentato una pellicola edibile, che riveste gli alimenti vegetali ed è in grado proprio di “ingannare” i parassiti mimetizzando il cibo. Si tratta di una barriera invisibile, insapore e commestibile che può prolungare di cinque volte la durata di conservazione, quel periodo che intercorre tra la produzione e la vendita dove è necessario mantenere intatta la qualità totale del prodotto. Questo rivestimento vegetale è stato applicato su alcuni prodotti ortofrutticoli come l’avocado in oltre 250 catene alimentari, tra cui Kroger e Costco. La tecnologia che rallenta la perdita dell’acqua e l’ossidazione ha gia portato un notevole risparmio. In America, nel mid west, i rifiuti di avocado si sono già ridotti del 60%.

8- Square

Nella sua prima fase di vita, la startup Square era conosciuta per i suoi servizi volti a facilitare i pagamenti elettronici. Da allora la società ha ampliato la suo offerta tramite la divisione Square Capital, che offre a imprese e liberi professionisti un accesso semplificato al credito, e nel primo trimestre del 2018 sono stati concessi prestiti per 339 milioni di dollari. Ora l’azienda, che opera nel Fintech, fa parlare di sé per via del dispositivo elettronico presentato lo scorso ottobre: un piccolo terminale di forma quadrata che si collega allo smartphone e funziona come lettore di carte di credito. Square offre il suo terminale gratuitamente ai commercianti e applica una sola commissione del 2.75% più 10 centesimi per ogni operazione di trasferimento di denaro. Il gruppo ha ottenuto performance fenomenali in borsa, dal giorno del suo ingresso nei mercati azionari 3 anni fa, il valore di mercato è aumentato di 6 volte.

9- Oatly

Fondata nel 1994, la società svedese Oatly è stata la prima azienda a commercializzare il latte di avena, ma solo nel 2016 dopo il lancio dei suoi prodotti negli Stati Uniti, si è trasformata in un vero brand di culto. Il sapore neutro del latte di avena e la capacità di produzione di schiuma ha fatto esplodere la domanda: 2500 caffetterie e 1500 negozi ora espongono i prodotti Oatly, tra cui Whole Foods e Wegmans, dove la sua estetica spiritosa e fumettistica spicca tra le bevande casearie e non alcoliche. Tra il 2017 e il 2018, i ricavi dell’azienda sono cresciuti da 1.5 miliardi di dollari a oltre 15 miliardi e si stima che le vendite raddoppieranno nel prossimo anno mentre la sua disponibilità si estenderà a 5000 negozi alimentari. Oatly sta costruendo 4 nuovi impianti commerciali per tenere il passo.

10- Twitch

Twitch è una piattaforma di live streaming di proprietà di Amazon. Il sito consente principalmente lo streaming di videogiochi ed è leader nel settore delle trasmissioni di eventi e competizioni esports. I contenuti possono essere visti sia in diretta che on demand. Nel primo trimestre del 2018, Twitch contava 15 milioni di utenti attivi al giorno e circa un milione di utenti on line a qualsiasi ora, più delle reti televisive statunitensi CNN ed ESPN. Un tempo dominio degli appassionati di videogiochi ora la piattaforma di live streaming attira anche gli spettatoti tradizionali. Lo scorso autunno infatti ha rielaborato il suo canale per promuovere sottocategorie di cucina, fitness e talk show. Una nuova generazione di creatori di contenuti non legata al gaming utilizza gli strumenti interattivi di Twitch per chattare con il pubblico durante la diretta e consentire loro di dettare l’azione. Twitch ospita regolarmente maratone di serie televisive e trasmette alcune partite di NFL, la lega di football americano, accompagnate dai commenti delle sue comunità di streamer.

4 Trend Business per il 2019

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Quattro specifiche tendenze di business avranno un impatto importante nel 2019, fattori che influenzeranno profondamente le future attività e il mondo degli affari nel suo complesso.

Nuovi strumenti di pagamento

I titoli apparentemente illimitati su Bitcoin e blockchain non riflettono più quella forte attrattiva che avevano a inizio 2018, (legata particolarmente a pratiche speculative) ma hanno illustrato una tendenza importante che probabilmente si consoliderà in questo 2019: i clienti sono alla ricerca di sistemi bancari e metodi di pagamento più flessibili. La velocità e la sicurezza sono una parte importante dell’equazione, motivo per cui l’ABA Banking Journal prevede che i pagamenti contactless con carta di credito(sistema di pagamento che non richiede l’inserimento della carta nel lettore) diventeranno una costante nelle transazioni delle imprese che operano secondo un modello di business tradizionale. Dare la possibilità ai clienti di elaborare rapidamente una transazione avvicinando semplicemente la carta al terminale risulta essere perfettamente in linea con le dinamiche dello shopping digitale. Certamente, alle aziende non basterà adottare la sola tecnologia contactless delle carte di credito. La chiave per conquistare e fidellizare nuovi clienti sarà lo sviluppo di un sistema di pagamenti integrato che affianchi agli strumenti di pagamento tradizionali, come i contanti, le più recenti tecnologie di financial service, come Paypal o valute alternative come i Bitcoin, e che assicuri alte prestazioni in termini di sicurezza, semplicità, economicità e usabilità.

Intelligenza Artificiale

Nel 2018 l’intelligenza artificiale (AI) ha iniziato ad essere mainstream, con chatbots e assistenti virtuali che si sono affermati in una vasta gamma di settori. Ognuna di queste tecnologie è stata progettata per migliorare l’esperienza del cliente o semplificare le operazioni aziendali, e nel 2019 avranno un grande impatto sui risultati economici in quanto i consumatori saranno sempre più a loro agio nell’interfacciarsi con l’intelligenza artificiale. I chatbot e gli assistenti virtuali di oggi sono in grado di gestire più attività di assistenza al cliente per migliorarne l’esperienza. Poiché utilizzano l’apprendimento automatico per rispondere meglio alle richieste degli acquirenti, queste interazioni diventano sempre più efficienti. I chatbot ad esempio sono in grado di riflettere l’identità di un marchio attraverso l’utilizzo di un linguaggio personale. Ciò comporta un netto miglioramento della qualità delle conversazioni online con la clientela e di conseguenza migliorano anche i risultati commerciali. Sebbene non tutte le applicazioni AI possano essere necessarie per un’attività, è importante analizzare le opzioni disponibili e valutare la loro implementazione per apportare migliorie ai processi aziendali e ai servizi per i clienti.

Strategie di spedizione

Una spedizione gratuita e veloce sta assumendo un’importanza sempre maggiore per gli acquirenti durante la loro esperienza di shopping. I big dell’e-commerce come Amazon, Walmart e Target durante il Black Friday sono entrati in competizione nel tentativo di influenzare i clienti con offerte di spedizione superiori, più vantaggiose rispetto agli altri competitors. Altri importanti rivenditori statunitensi come Home Depot, Best Buy e Nordstrom stanno implementando tra le loro opzioni di consegna quella gratuita. I clienti infatti stanno assegnando un valore crescente alla spedizione gratuita e veloce. Di conseguenza i marchi di e-commerce diretti al consumatore dovranno valutare la possibilità di offrire un processo di consegna gratuito senza che esso influisca negativamente sui margini di profitto. Sarà inoltre essenziale mantenere la qualità dei prodotti, possedere i dati dei clienti e migliorare l’intera esperienza di spedizione. In base a uno studio di Alix Partners, quasi il 60 percento degli acquirenti ha dichiarato di cercare prodotti in base alle opzioni di consegna più convenienti in termini di costi e tempi di attesa. Alcuni degli intervistati inoltre hanno affermato di essere disposti a sostenere una spesa maggiore sul singolo prodotto purché la spedizione gratuita sia disponibile.
Per le attività di e-commerce, adeguare la linea di prodotti non sarà sufficiente per conquistare nuovi clienti. Fornire invece un processo di consegna più agile e veloce potrebbe rivelarsi un elemento chiave per la creazione di valore.

La gig economy e il lavoro a distanza

Sia la gig economy che il lavoro a distanza sono tendenze in netta espansione nel mercato del lavoro. La Fed ha stimato che nei soli Stati Uniti sono ben 75 milioni le persone che partecipano in qualche modo alla gig economy. Per gig economy o economia dei “lavoretti” si intende un modello economico dove non esistono più le prestazioni lavorative continuative (il posto fisso con contratto a tempo indeterminato) ma si lavora su richiesta, cioè solo quando c’è richiesta per i propri servizi, prodotti o competenze.
ln un mondo sempre più digitalizzato e decentralizzato le opportunità per le lanciare le proprie iniziative imprenditoriali si sono moltiplicate. Queste tendenze hanno portato ad un forte aumento del lavoro a distanza, con oltre il 43% dei dipendenti, secondo un sondaggio Gallup, che lavora almeno parte del tempo da casa. Non si può negare che le mutevoli priorità occupazionali continueranno a fare la differenza sul posto di lavoro. I dipendenti, ora più che mai, assegnano un valore maggiore agli ambienti di lavoro flessibili che consentano loro di trascorrere più tempo fuori dall’ufficio. Adattare le politiche aziendali per consentire il lavoro a distanza potrebbe migliorare la soddisfazione dei dipendenti, ma il tutto deve essere gestito in modo appropriato per mantenere la produttività su alti livelli. Trovare infatti il giusto equilibrio tra flessibilità e produttività si rivelerà cruciale per garantire alte performance di crescita.

Queste nuove tendenze di business sono destinate a trasformare gli aspetti organizzativi e i processi aziendali e consentiranno alle imprese di integrarsi col nuovo paradigma digitale. Identificare i punti chiave di sviluppo della digitalizzazione e implementare con successo questi cambiamenti nel proprio modello di business permetterà di ottenere un vantaggio competitivo all’interno di un mercato concorrenziale.

I nuovi Unicorni del Regno Unito

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Secondo Forbes nel Regno Unito il mercato delle Startup a rapida crescita è letteralmente esploso negli ultimi cinque anni, con un sempre maggior numero di persone pronte a lanciare la propria iniziativa imprenditoriale.

Una criticità propria del tessuto imprenditoriale britannico risulta essere la bassa percentuale di scale-up (startup che hanno già sviluppato un prodotto o servizio e sono pronte a compiere un ulteriore salto dimensione) in grado di esprimere pienamente il proprio potenziale, avendo la capacità di raggiungere un bacino di utenza ampio e internazionale e di fatto garantendosi alte performance di crescita.

Tuttavia, negli ultimi anni si è assistito ad un impegno maggiore per risolvere questo problema. Lo stesso establishment politico ha compreso l’importanza di sostenere questi progetti innovativi, che rappresentano i veri motori della crescita economica e della creazione di nuovi posti di lavoro, varando politiche di supporto alle startup e creando un ecosistema ricettivo per la creazione d’impresa. Inoltre sono state introdotte nuove forme di accesso ai finanziamenti e perfezionate quelle già esistenti, dall’aumento del crowdfunding azionario alla rapida crescita di un sistema di approvvigionamento di capitale di rischio.

I risultati non si sono lasciati attendere, una ricerca pubblicata dallo Scaleup Institute lo scorso anno ha rilevato che il numero totale di startup nel Regno Unito (prese in esame quelle imprese che hanno aumentato il loro fatturato e/o il numero di dipendenti ogni anno di oltre il 20% per un periodo minimo di tre anni) è aumentato di quasi il 12 percento.

Nella fascia più alta del mercato delle start-up, inoltre, il numero di aziende in grado di fregiarsi dell’ambito titolo di Unicorn, ovvero quelle imprese che hanno oltrepassato il tetto di una valutazione di 1 miliardo di dollari, sta crescendo rapidamente. Il consulente di ricerca Beauhurst, specializzato nel monitoraggio di imprese ad alta crescita, afferma che attualmente nel Regno Unito operano non meno di 13 unicorni.

BenevolentAI

BenevolentAI, con sede a Londra, è specializzata nello sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale nei campi dell’innovazione scientifica e medica Fondata nel 2013, ha ottenuto lo status di unicorno nel 2015.

Oxford Nanopore

Questa azienda ha aperto la strada all’utilizzo delle tecnologie di sequenziamento del DNA e dell’RNA in un’ampia gamma di settori. Fondato nel 2005, ha raggiunto lo status di unicorno un decennio dopo.

The Hut Group

Leader nel mercato della salute e del benessere, Hut Group, con sede a Manchester, ha sviluppato la propria attività attraverso la piattaforma di e-commerce proprietaria. Lanciata nel 2004, ha raggiunto lo status di unicorno nel 2016.

Transferwise

È tra le aziende che operano nel fintech più conosciute del Regno Unito, Transferwise si è prepotentemente inserita nel mercato internazionale del trasferimento di denaro che fino a qualche anno era di competenza delle sole banche. Ha raggiunto la valutazione di 1miliardo di dollari nel 2016, sei anni dopo il suo lancio.

Funding Circle

È un’importante piattaforma peer-to-peer che mette in comunicazione gli investitori e le piccole e medie imprese alla ricerca di capitale di debito. Lanciata nel 2010, ha ottenuto lo status di unicorno nel 2017.

BrewDog

BrewDog è un birrificio britannico con sede a Elon in Scozia che ha raggiunto negli anni un ampio seguito differenziandosi nel mercato grazie alla produzione di birre sperimentali e ricercate. Lanciato nel 2006, la società ha raggiunto lo status di unicorno 11 anni dopo.

Improbable

Questa azienda è leader mondiale nel settore del giochi in realtà virtuale e fornisce i sistemi di server cloud che supportano i mondi virtuali in cui i giocatori interagiscono. Ha raggiunto lo status di unicorno cinque anni dopo il suo lancio nel 2012.

Deliveroo

La società di consegna di prodotti alimentari ha cambiato il modo in cui i ristoranti si interfacciano con la loro clientela. Offrendo una consegna rapida e affidabile ha esteso la consegna a domicilio alla maggior parte dei ristoranti presenti nelle città in cui opera. Ha raggiunto lo status di unicorno nel 2017, cinque anni dopo il suo lancio.

OakNorth

OakNorth opera nel mercato bancario fornendo alle imprese e agli imprenditori soluzioni di finanziamento del debito su misura. Avviata nel 2013, in soli quattro anni è diventata un unicorno.

Revolut

È una banca digitale che ha conquistato e fidelizzato un’ampia clientela attratta dai servizi disponibili sulla sua app. È stata lanciato nel 2014 e raggiunto lo status di unicorno lo scorso anno.

Darktrace

Darktrace è attiva nel mercato, in rapida espansione, della sicurezza cibernetica. Il loro sistema di intelligenza artificiale permette di difendere le organizzazioni e le aziende dalle minacce informatiche più sofisticate. È diventato un unicorno l’anno scorso, cinque anni dopo il suo lancio.

Monzo

È la terza digital banking presente nella lista di unicorni stilata dalla Beauhurst, Monzo ha raggiunto lo status di unicorno solo quattro mesi fa, è stata lanciata nel 2015.

Graphcore

È l’ultima della lista a fregiarsi dell’ambito titolo di unicorno. Graphcore è specializzata nello sviluppo di applicazioni di intelligenza artificiale e apprendimento automatizzato. È stata lanciata nel 2016, raggiungendo una valutazione di 1 miliardo di dollari in soli due anni.

Come prevedibile, molte di queste realta aziendali operano nel Fintech, confermando Londra polo mondiale del settore. L’altra grande area che sta vivendo una evoluzione inarrestabile è quella dell’ Intelligenza Artificiale, che conferma i trend di sviluppo americani e cinesi: sarà il motore della crescita economica mondiale dei prossimi anni, e questo viene dimostrato anche dai numeri di queste aziende, che sono quelle che in minor tempo hanno raggiunto lo status di Unicorn.

I migliori settori economici per avviare un impresa nel 2019: i trend dagli States

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Alcuni settori insoliti hanno un enorme potenziale per gli investitori.

Per avviare un’attività di successo, è necessaria una buona idea e l’audacia di agire su di essa. Chiunque sia in grado di identificare i settori economici che presentano in modo univoco un trend positivo di crescita ha un chiaro vantaggio.

Un’indagine di INC.COM analizza i settori industriali che presentano le start-up con le maggiori prospettive di crescita nel mercato americano. Settori, quindi, da scoprire e osservare con grande attenzione anche nel vecchio continente.

Micromobilità

Una rivoluzione nel trasporto urbano sta creando un’opportunità per le startup che realizzano bici elettriche, scooter e skateboard. Con oltre il 60% della popolazione mondiale che dovrebbe vivere nelle aree urbane entro il 2030 – dal 55% nel 2018, secondo il Dipartimento degli Affari Economici e Sociali delle Nazioni Unite – i prodotti di micromobilità guadagneranno popolarità come alternativa ai mezzi tradizionali di trasporto.

Perché investire: muoversi su e-bike, e-scooter e e-skateboard è comodo, divertente e garantisce sostanziali benefici ambientali ed energetici. L’acquisizione da parte di Ford della start-up e-scooter Spin per un valore di 100 milioni di dollari nel novembre 2018 ha portato una maggiore consapevolezza del settore.

Competenze necessarie: gli imprenditori della micromobilità dovranno essere aggiornati sugli ultimi progressi tecnologici nella produzione di batterie di piccole dimensioni, mentre le società che offrono flotte di veicoli per il trasporto dovranno creare software per la rintracciabilità e gestire un servizio di abbonamento.

Barriere all’entrata: Costruire dispositivi di micromobilità su scala richiederà un investimento di capitale significativo.

Il rovescio della medaglia: E-scooter ed e-bike sono illegali in alcuni stati, mentre i regolamenti che disciplinano il loro uso devono ancora essere stabiliti in altri. In entrambi i casi, le proposte per regolamentare i sopracitati veicoli sono in arrivo.

Concorrenza: la società di consulenza aziendale Frost & Sullivan prevede che entro il 2020 saranno lanciati più di 150 veicoli di micromobilità, comprese le micro vetture.

Players importanti: giganti dell’E-scooter tra cui Bird e Lime hanno flotte in oltre 100 città.

Crescita: gli investitori globali hanno investito 3,7 miliardi di dollari in società di e-scooter e e-bike durante i primi 10 mesi del 2018, rispetto ai 2,8 miliardi di tutto il 2017 e i 343 milioni nel 2016, secondo i dati di CB Insights. Si prevede che i ricavi globali delle e-bike aumenteranno fino a 24,3 miliardi di dollari entro il 2025, da 15,7 miliardi di dollari nel 2016, secondo Navigant Research.

Terapie digitali

Non più solo una forma di intrattenimento, videogiochi e altre applicazioni software possono ora essere utilizzate per trattare una serie di condizioni mediche. Per le startup, questa nuovo approccio è un’opportunità per creare terapie che riducano la dipendenza dei pazienti dai farmaci tradizionali.

Perché investire: la terapia digitale può soddisfare le esigenze mediche in un’ampia gamma di condizioni. I prodotti sul mercato o in fase di sviluppo includono programmi software per migliorare l’asma e la BPCO, servizi in aggiunta al trattamento ambulatoriale per l’abuso di sostanze e trattamenti per l’ADHD pediatrico e la depressione.

Competenze necessarie: le startup dovranno essere in grado di creare prodotti software che vanno dalle app mobile ai giochi digitali interattivi che rispettino la normativa del settore sanitario.

Barriere all’entrata: superare i test dell’ FDA , l’ente governativo americano che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici , rappresenta un ostacolo significativo per le startup.

Il rovescio della medaglia: mentre i medici possono prescrivere terapie digitali, resta da vedere se le compagnie d’assicurazione copriranno questi trattamenti. C’è anche incertezza su come valutare finanziariamente i prodotti della terapia digitale.

Concorrenza: la FDA ha approvato circa 30 app terapeutiche digitali solo nel 2018.

Players principali : Click Therapeutics ha recentemente raccolto $ 17 milioni dal colosso farmaceutico Sanofi, e ha riscontrato risultati incoraggianti nelle prime prove sulle app ideate per curare la depressione e aiutare le persone a smettere di fumare.

Crescita: il mercato statunitense della terapie digitali è stato valutato intorno a 889 milioni di dollari nel 2017 e si prevede che raggiungerà i 4,42 miliardi di dollari entro il 2023, secondo la società di consulenza aziendale Frost & Sullivan.

Prodotti CBD

Esiste già una forte domanda negli Stati Uniti per i prodotti contenenti cannabidiolo o CBD, una componente chimica naturale della cannabis e della canapa che non è psicotropa, ovvero non altera le funzioni psichiche di chi l’assume. Le aziende che offrono prodotti CBD hanno una straordinaria opportunità, in quanto i sostenitori del CBD affermano che la sostanza combatta efficacemente l’ansia, abbia proprietà anti-infiammatorie e allevii il dolore. I consumatori stanno già abbracciando la CBD come un prodotto da integrare nella loro vita quotidiana.

Perché investire: il CBD sta comparendo in una vasta gamma di prodotti tra cui oli, lozioni, saponi e prodotti di bellezza. La nicchia più recente è l’industria alimentare e delle bevande, in cui le aziende l’hanno aggiunto a snack, caffè, gelati e cocktail. Entro il 2020, secondo un rapporto sulle tendenze alimentari del 2019 da parte del produttore di snack Kind, si prevede che il CBD sarà presente anche in yogurt, zuppe e condimenti per insalate.

Competenze necessarie: una solida base di conoscenze scientifiche sulla pianta di cannabis e sul cannabidiolo è fondamentale. Mentre le competenze richieste variano a seconda che gli imprenditori stiano producendo prodotti CBD per l’industria alimentare e delle bevande, per il settore salute e benessere o per il mercato bellezza e cura della persona, inoltre una forte capacità di marketing sarà cruciale per ogni nuovo concorrente che spera di distinguersi dalla concorrenza.

Barriere all’entrata: Trovare spazio presso i rivenditori sarà una sfida a causa della forte concentrazione di nuovi marchi.

Il rovescio della medaglia: attualmente non tutti i prodotti CBD sono legali negli Stati Uniti. L’approvazione del Farm Bill del 2018 dovrebbe rendere legale il CBD in tutti e 50 gli stati, il che potrebbe favorire la concorrenza delle grandi aziende, rendendo più difficile l’inserimento nel mercato da parte delle startup.

Concorrenza: Considerando che la CBD non esisteva come categoria di prodotti cinque anni fa, la concorrenza sta crescendo ad un ritmo incalzante, con centinaia di aziende del CBD che offrono migliaia di prodotti.

Players principali: il produttore di olio di CBD, con sede nel Colorado, Charlotte’s Web Holdings ha registrato un fatturato di 40 milioni di dollari nel 2017 e quasi 18 milioni di dollari nel terzo trimestre del 2018, con un aumento del 57% su base annua. CV Sciences, con sede in Nevada, che vende prodotti CBD e sta sviluppando un farmaco sintetico basato sul CBD,ha registrato vendite per oltre 20 milioni di dollari nel 2017, con un aumento dell’87% rispetto al 2016.

Crescita: l’industria CBD negli Stati Uniti è cresciuta di circa il 40% nel 2017 secondo il recente rapporto di New Frontier Data, una società di analisi specializzata nel settore della cannabis. Il mercato dovrebbe raggiungere i 500 milioni di dollari nel 2018 e l’ 1,91 miliardi entro il 2022. Gli analisti della società di investimento Canaccord Genuity stimano che il solo mercato statunitense delle bevande CBD raggiungerà i 260 milioni di dollari entro il 2022.

Nutrizione personalizzata

Non esiste un approccio unico per una dieta sana, motivo per cui alcune persone sono più inclini ad aumentare di peso su alcuni regimi dietetici rispetto ad altri. Conoscere le informazioni genetiche può aiutare a capire esattamente di cosa il proprio corpo ha bisogno per essere più in forma, creando un’opportunità per le startup che possono aiutare i consumatori nel prendere decisioni personalizzate basandosi sui dati individuali raccolti.

Perché investire: circa 15 milioni di persone in tutto il mondo si sono sottoposte ai test genetici, secondo uno studio pubblicato su Science, e mentre molti segmenti dell’industria medica spostano la loro attenzione dal trattamento alla prevenzione, l’alimentazione sta emergendo come uno degli strumenti migliori per prevenire una serie di malattie . La nutrizione personalizzata è solo un segmento di una tendenza più ampia verso la personalizzazione in settori che vanno dal cibo ai media.

Competenze necessarie: i fondatori dovrebbero conoscere i fondamenti della scienza dell’alimentazione, e idealmente possedere competenze in biologia umana, fisiologia, scienze sociali o psicologia comportamentale, secondo Neil Grimmer, fondatore della società di nutrizione personalizzata Habit.

Barriere all’entrata: riunire gli elementi chiave della nutrizione, della biologia umana e della psicologia comportamentale in un’azienda in una fase iniziale può richiedere un investimento di capitale significativo, così come assumere dietisti e nutrizionisti.

Il rovescio della medaglia: i regolamenti del Dipartimento della Sanità a New York, New Jersey e Rhode Island vietano la vendita di alcuni test diagnostici diretti al consumatore.

Concorrenza: esistono più di una dozzina di aziende che si occupano di nutrizione personalizzata che utilizzano kit fai-da-te , questionari o dispositivi indossabili per tenere traccia dei dati sanitari.

Players principali: nel novembre 2018, la società Arivale, attiva nel settore del benessere, ha lanciato un’applicazione per la dieta personalizzata chiamata Food Therapy, che consente agli utenti di ottenere riposte a tutte le loro domande sull’alimentazione e sulla salute entro 5 minuti da dietisti registrati e nutrizionisti certificati. E lo scorso aprile, la società di analisi genealogica Family Tree DNA ha collaborato con Vitagene, un’azienda che opera nel settore del benessere e della saluta per offrire ai clienti di Family Tree DNA un prodotto che racchiuda in un’unica soluzione commerciale, un piano nutrizionale un programma di allenamento e uno schema di integrazione alimentare a 49 dollari.

Crescita: il mercato globale dei test genetici dovrebbe raggiungere i 19,1 miliardi di dollari nel 2024 dai 9,5 miliardi del 2018, secondo Energias Market Research. Il settore della salute e del benessere personalizzato dovrebbe diventare un mercato da 600 miliardi di dollari entro il 2020, secondo un’analisi della società di consulenza manageriale Oliver Wyman.

Produzione di carne secca di qualità

La carne secca non è più quella di una volta. Questo perché le nuove realtà aziendali stanno cercando di reinventarla con ingredienti creativi, carni di qualità superiore e nuovi sapori per trasformarla da spuntino poco salutare in un alimento base migliore.

Perché investire: le tendenze alimentari e la popolarità di diete come la keto o la paleo, che incoraggiano i partecipanti a mangiare più proteine ​​e meno carboidrati, hanno creato una richiesta di carne secca che fosse più salutare. Inoltre, il trend sociale del mangiare sano sta spingendo le persone verso cibi che non presentano una lunga lista di ingredienti sconosciuti.

Competenze necessarie: gli imprenditori di questo settore dovrebbero conoscere il processo di produzione e preparazione delle carni, le tendenze alimentari e avere una conoscenza delle norme alimentari imposte sia dall’USDA sia dall’EPA, secondo IBISWorld.

Barriere all’entrata: le aziende dovranno ricevere l’approvazione dall’USDA e dall’EPA e aderire ai loro standard.

Il rovescio della medaglia: le carni di alta qualità, alimentate con erba o senza antibiotici preferite dai consumatori sono più costose da acquistare per le aziende. Le start-up devono anche trovare il modo di differenziarsi commercialmente dalle altre opzioni sul mercato.

Concorrenza: IBISWorld classifica il livello di concorrenza nel settore come media. Startup come Chef’s Cut Real Jerky o Krave si stanno distinguendo promuovendo i loro prodotti come biologici, privi di OGM e senza conservanti.

Players principali: Oberto e Jack’s Links controllano rispettivamente il 23,5 e l’11,4 percento del mercato di carne secca, secondo IBISWorld.

Crescita: nel complesso, i ricavi nel mercato delle carni essiccate negli Stati Uniti dovrebbero aumentare del 3,3% ogni anno per raggiungere un totale di $ 1,6 miliardi nel 2022, secondo IBISWorld.

Baby Tech

Le persone hanno smartphone sempre più avanzati in tasca e braccialetti intelligenti ai polsi che monitorano la loro attività fisica, cardiaca e del sonno. La domanda di queste soluzioni tecnologiche si sta ora estendendo a una popolazione più vulnerabile: i bambini. Le start-up in questo settore stanno creando soluzioni innovative ad esempio per il controllo della fertilità, l’allattamento al seno, o il monitoraggio diretto della salute del bambino.

Perché investire: poiché la tecnologia è diventata meno costosa, sia per i produttori che per i clienti. Inoltre, c’è stato un recente aumento nello sviluppo di soluzioni che monitorano la fertilità, quindi non sorprende che le innovazioni volte a prendersi cura dei bambini arrivino come conseguenza , dice Jill Gilbert, che presenta l’annuale Baby Tech Summit, parte della fiera internazionale di elettronica di consumo.

Competenze necessarie: i fondatori devono individuare correttamente il proprio target di mercato e definire il prodotto, integrando competenze tecniche ad elementi di marketing.

Barriere all’entrata: nonostante la domanda di prodotti tecnologici per bambini, i finanziamenti potrebbero essere difficili da trovare. Le start-up nel settore devono ancora attirare una grande quantità di capitale di rischio, secondo Gilbert.

Il rovescio della medaglia: la sopravvivenza in questo settore richiede che le aziende migliorino costantemente i loro prodotti esistenti o ne inventino nuovi per le diverse fasi di assistenza all’infanzia, al fine di costruire relazioni a lungo termine con le famiglie.

La competizione: quattro delle più grandi aziende rappresentano circa il 40% delle vendite online nel settore dei prodotti per bambini , mentre il resto appartiene alle piccole aziende e alle attività gestite da un unico imprenditore, secondo IBISWorld. Tuttavia, IBISWorld non distingue i nuovi servizi tecnologici per l’infanzia dai prodotti per bambini più generici nella sua relazione di settore. La competizione in questo campo è moderata, ma ci sono molte aree diverse nella cura del bambino che le startup possono prendere di mira, dice Gilbert.

Players importanti: le migliori startup in questo ambito comprendono Willow, il produttore di un tiralatte a mani libere; Ava, che vende un braccialetto di monitoraggio dell’ovulazione; Hatch Baby che produce fasciatoi e bilance intelligenti.

Crescita: IBISWorld si aspetta che il mercato online dei prodotti per bambini negli Stati Uniti continui la sua crescita e raggiunga un fatturato di 9,7 miliardi di dollari nel 2022, rispetto ai 7,4 miliardi del 2018.

Servizi per selfie

Sono dei servizi che ti permettono di scattare, personalizzare e stampare foto per ogni evento. Sono costituiti da un supporto fotografico dotato di fotocamera accompagnato da una serie di oggetti di scena che assicurano originalità agli scatti. Queste cabine fotografiche di nuova concezione sono sistemi semplici da usare che danno agli utilizzatori un maggiore controllo creativo dei loro scatti e permettono a più soggetti di adattarsi alla foto, il che significa che sono perfetti per avere una foto ricordo o per una possibilità di promozione sociale dell’evento stesso.

Perché investire : le persone hanno un forte desiderio di documentare gli eventi nella loro vita con immagini e video che possono in seguito condividere sulle piattaforme social. Inoltre, alcune aziende li stanno utilizzando per campagne di social marketing o per la raccolta di dati sui potenziali clienti.

Competenze necessarie: gli imprenditori devono avere una forte conoscenza dell’hardware e del software che fornisce le immagini o i video direttamente agli utenti o alle loro piattaforme di social media.

Barriere all’entrata: lo sviluppo hardware per questo settore è complesso. Inoltre oltre a richiedere alle aziende una manutenzione costante del dispositivo, le apparecchiature fotografiche devono essere altamente affidabili in quanto verranno generalmente utilizzate in occasione di eventi unici.

Il rovescio della medaglia: può essere difficile per le startup rendere il loro software intuitivo e facile da utilizzare. La maggior parte dei clienti lo utilizzerà per la prima volta, afferma Mark Hennings, il co-fondatore dello stand selfie Simple Booth.

La competizione: ci sono molte startup in questo settore. Alcune stanno costruendo soluzioni hardware e software integrate mentre altre si concentrano sulla licenza delle piattaforme operative degli apparecchi.

Players importanti: Simple Booth produce sia lato software che hardware, incluso un impianto fotografico che i fondatori chiamano “The Halo”. Altre importanti aziende sono Curator e Snappie.

Crescita: questa è una categoria nuova e in crescita, e non ci sono ancora statistiche affidabili sul suo valore di mercato. Tuttavia, le start-up in questo settore presentano cifre in entrata importanti e un aumento dei finanziamenti: Simple Booth, ad esempio, ha generato 3,3 milioni di dollari l’anno scorso, mentre Pixilated ha raccolto 500,000 dollari. Questo mercato nel suo insiemi negli Stati Uniti è valutato in 10,6 miliardi di dollari nel 2018 e secondo le previsioni di IBISWorld dovrebbe raggiungere gli 11,2 miliardi di dollari entro il 2022.

Abbigliamento da ufficio

La tendenza a indossare abiti sportivi o casual anche in occasione formali ha scatenato una rivoluzione nella moda. Un numero sempre maggiore di marchi, sta creando una linea d’abbigliamento appropriata per l’ufficio che garantisca allo stesso tempo i livelli di comfort e durabilità propri dei capi sportivi.

Perché investire: i consumatori sono fortemente interessati all’acquisto di abiti che fondono il comfort e lo stile e che permettano loro di spostarsi facilmente dall’ufficio alla palestra o viceversa, secondo CB Insights.

Competenze necessarie: gli imprenditori di questo settore devono essere attenti alle ultime tendenze di moda e definire correttamente le strategie dei prezzi, afferma Diana Smith, direttore associato di vendita al dettaglio e abbigliamento della società di ricerche di mercato Mintel. È anche importante considerare la sostenibilità, aggiunge, dal momento che i Millennials e altri giovani consumatori preferiscono acquistare da aziende che utilizzano pratiche rispettose dell’ambiente e socialmente responsabili.

Barriere all’entrata: “Uno dei più grandi problemi d’accesso al mercato è l’enorme varietà di offerta “, afferma Smith, osservando che sia i discount che i designer di fascia alta stanno vendendo questo tipo di capi.

Il rovescio della medaglia: la distribuzione potrebbe essere una delle sfide più difficili per gli imprenditori che entrano in questo settore, afferma Smith. Dato che i marchi più grandi optano per modelli diretti al consumatore, riducendo i costi e trasferendo tali risparmi al cliente, le startup che vendono solo questo tipo di prodotto (ad esempio nei negozi specializzati) potrebbero avere difficoltà ad attirare clienti.

Concorrenza: le startup dovranno competere con molti marchi affermati.

Players importanti: ADAY, Ministry of Supply, Lululemon e Mizzen + Main sono alcuni dei nomi di spicco del settore.

Crescita: questo è un settore in espansione ma attualmente ci sono poche statistiche sul suo valore di mercato. Tuttavia, un segno di crescita inequivocabile è rappresentato dall’ aumento dei finanziamenti a favore delle startup di settore: Ministry of Supply ha collezionato 10 milioni di dollari di finanziamenti, Mizzen + Main 4 milioni e ADAY 3 milioni.

5 Trends Blockchain per il 2019

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Il 2018 è stato un giro sulle montagne russe per il mondo blockchain. Le criptovalute sono salite alle stelle all’inizio dell’anno, per poi crollare alla fine, lasciando grande incertezza sugli sviluppi futuri. Alcune grandi aziende tech come IBM, Oracle e Amazon, hanno sviluppato servizi legati alla blockchain. Altre società hanno iniziato a provare la tecnologia, stabilendo i primi casi d’uso e provando nuovi concept.

Cosa aspettarsi dunque, dopo un anno così pieno di novità?

Ecco 5 tendenze da tenere d’occhio nel mondo blockchain per il 2019, come ci suggeriscono gli esperti di blockchainflashnews.com

1. Asia in boom

Mentre un rigido contesto normativo potrebbe ancora reprimere la Cina, altri paesi asiatici sembrano adottare un approccio molto aperto e innovativo nei confronti della blockchain e delle criptovalute. La Thailandia si è prefissata di diventare il principale centro di blockchain nella regione: il governo è molto esplicito e accogliente nei confronti delle iniziative blockchain. Vediamo un crescente interesse anche da parte della Corea del Sud, dove il governo sta completando il suo sistema di voto basato su blockchain già quest’anno. Ma ci sono anche altri paesi come il Giappone e Singapore, che sono aperti alle nuove tecnologie e, con regole chiare, possono offrire una base eccellente per attirare le imprese blockchain.
 

2. Nuove sperimentazioni di Business

Nel 2018 alcune aziende innovative si stavano già dilettando con la blockchain, completando i loro primi tentativi operativi. Nel 2019 non ci saranno ancora adozioni di massa, ma possiamo aspettarci che più aziende sviluppino casi d’uso e prototipi di blockchain nel loro business. Nel 2018 sembrava che la blockchain fosse una soluzione unica per tutti i problemi; nel 2019 avremo un’immagine più chiara delle situazioni in cui la blockchain migliorerà e dove altre tecnologie prenderanno il comando.

Scalabilità e sviluppo UX
 

3. Scalabilità e sviluppo UX

Nel 2018 ci si è resi conto che la tecnologia non era ancora pronta per l’adozione di massa. In primo luogo, il problema della scalabilità, che è diventato evidente alla fine del 2017 con Cryptokitties che aveva quasi bloccato la rete Ethereum, non è stato ancora risolto in modo efficace. Scalabilità e ostacoli alle prestazioni influenzano sia l’adozione aziendale che pubblica. Le soluzioni promettenti, come sidechain e piattaforme innovative, dovrebbero diventare più sofisticate e adattate nel 2019. In secondo luogo, molte applicazioni blockchain ora hanno un’interfaccia utente complessa, che è ben lungi dall’essere intuitiva per l’utente medio non tecnologico. Nel 2019 ci aspettiamo di vedere soluzioni che siano in grado proporsi all’utente medio sia nella tecnologia che nella facilità d’uso.

4. I governi aprono a blockchain

Il contesto normativo è stato fino ad ora molto complesso e ci si aspetta che nel 2019 molti governi facciano chiarezza sulla normativa che regola il settore, favorendo con maggiore chiarezza i business e gli investimenti privati. Negli Stati Uniti possiamo aspettarci di vedere la SEC (US Securities and Exchange Commission) continuare a dare la caccia agli ICO mascherati da vendite di sicurezza mentre sviluppano un framework per cripto come classe di investimento. Paesi europei come la Svizzera, Malta, Lituania e Lichtenstein troveranno competizione in tutto il mondo via via che un numero sempre maggiore di stati spingeranno verso regolamenti più favorevoli intorno a blockchain e cripto-ventures. La Malesia, ad esempio, sta già pianificando nel primo trimestre di rivedere i suoi regolamenti cripto e ICO. Infine, i governi inizieranno ad esplorare ciò che la tecnologia blockchain può fare per loro e cercare possibili casi d’uso.

5. Blockchain re-branding

Nel 2019 speriamo di vedere finalmente una separazione tra criptovalute e blockchain per il grande pubblico. A partire da ora, molti pensano che i due concetti siano intercambiabili e associano la blockchain a transazioni volubili di cripto-mercato e oscure. A causa di questo equivoco, molti stanno alla larga dalla tecnologia blockchain nel suo complesso. Nel 2019 ci aspettiamo una migliore educazione da parte dell’industria, che aprirà le menti di molti verso i possibili usi della blockchain oltre il mercato finanziario.

4 Previsioni Fintech per il 2019

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Il mercato del Fintech sta, come sappiamo, vivendo un periodo di crescita inarrestabile e ogni anno nascono nuove Startup che cercano di irrompere in ogni area della finanza, provando a cambiare per sempre le dinamiche e le interazioni tra persone e denaro. La crescita che il settore ha registrato quest’anno dovrebbe continuare senza sosta nel 2019, con una previsione che fissa il tasso di crescita medio al 74,16% dal 2019 al 2025.

Le aree in cui le Startup mirano all’innovazione sono diverse e vanno dal banking all’invetimento, dai pagamenti digitali alle assicurazioni. E mentre alcuni settori vedranno una crescita maggiore rispetto ad altri, le società di servizi finanziari tradizionali dovrebbero prepararsi a un ulteriore scossone nel 2019, e ad evelversi per non soccombere.

Ecco allora 4 previsioni per il 2019 che alcuni esperti tra i leader del Fintech hanno rilasciato a Forbes in un approfondimento dedicato al settore.

Insuretech diventa mainstream

Quando si tratta di fintech, quello assicurativo è tra i campi che cambieranno maggiormente. e se la previsione di Victoria Treyger, AD di Felicis Ventures,  si rivelerà veritiera, il 2019 sarà l’anno in cui l’Insuretech diventerà mainstream. “Vedremo cambiamenti nel modo in cui l’assicurazione viene venduta ad esempio quando verrà associata ad altri servizi, in particolare affitti di appartamenti e vendite di case”, ha detto Treyger. “Le aziende vedranno un forte aumento di tutti i tipi di assicurazioni commerciali che si possono acquistare direttamente online piuttosto che tramite intermediari”.

Un’area che gli investitori dovranno seriamente considerare è quella del Cyber Insurance, con aziende che spenderanno sempre di più nella copertura dei loro dati e dei loro asset digitali. Man mano che gli hacker diventano più aggressivi e le violazioni dei dati avvengono a un ritmo ancora più rapido minacciando la reputazione di aziende di qualsiasi dimensione, le aziende vogliono proteggersi sempre di più e sempre meglio.  Aspettatiamoci quindi di vedere più fusioni e acquisizioni in quanto le compagnie assicurative tradizionali “vorranno entrare nell’Insurtech per guidare la crescita e acquisire il canale di distribuzione diretto al cliente”, ha affermato Treyger.

La crescita del credito online potrebbe rallentare, ma il Fintech si adatterà

Il prestito online è un’area matura del mercato fintech, ma ciò non significa che vedrà un declino, anche in un contesto di incertezza macroeconomica. Vince Passione, AD e fondatore di LendKey, piattaforma di credito online, prevede che le evoluzioni del Fintech nell’area del credito porteranno alla creazone di piattaforme di prestito white-label e allo sviluppo di software che aiutino a gestire il rapporto con banche e credit unions. Inoltre, Passione prevede che questi strumenti renderanno il processo di generazione del prestito ancora più veloce. “Le aziende del Fintech investiranno in maggiore automazione per sostituire i processi manuali, ottenendo un processo di erogazione dei prestiti più rapido”, ha affermato l’AD. “L’automazione rimuove l’attrito per il richiedente del prestito e riduce la possibilità di errore umano nell’elaborazione della documentazione di prestito”.

Il Fintech resterà ancora privato

Quest’anno abbiamo visto molte aziende tecnologiche, in particolare nel settore del software, attingere ai mercati pubblici attraverso offerte pubbliche iniziali. Anche Airbnb e Uber dovrebbero lanciare le loro IPO nel nuovo anno.

Tuttavia per quanto riguarda le aziende del Fintech si pensa che tenderanno a rimanere private più a lungo. “I dati sui mercati di capitali mostrano che l’età media in cui le aziende diventano pubbliche è passata dai 6,3 anni degli anni ’80 ai 10,2 anni di questo decennio”, ha dichiarato Kelly Rodriques, amministratore delegato di Equidate. “Nel 2019, gli amministratori delegati e i loro consigli continueranno a bilanciare le esigenze di una vasta gamma di stakeholders valutando se e quando aprire al pubblico.” Con la permanenza nel privato più a lungo, Rodriques prevede che le aziende del fintech dovranno affrontare più pressioni per garantire la liquidità, che sarà quindi fondamentale per le startup per sostenere la loro crescita.

Criptovalute sempre più utilizzate come metodo di pagamento

Ad oggi i pagamenti in criptovalute sono stati un fenomeno relativamente di nicchia con Bitcoin che, nonostante la crescita non è ancora riuscito a diventare mainstream. Sanja Kon, Vicepresidente di UTRUST, pensa che il 2019 potrebbe vedere un largo aumento dei pagamenti di criptovaluta, dato che sempre più clienti vengono istruiti sui vantaggi dell’uso della moneta digitale. Ha indicato il costo inferiore delle transazioni inferiori come uno dei vantaggi più apprezzati. Kon prevede che le tecnologie biometriche verranno abbracciate in maniera sempre più ampia nel 2019, mentre l’uso dei dispositivi mobili continuerà a crescere e con esso il numero di piattaforme di pagamento peer-to-peer disponibili per i consumatori. “I pagamenti peer-to-peer continueranno a crescere con una percentuale in doppia cifra l’anno prossimo, spinti dall’adozione diffusa degli smartphone e dalla convenienza offerta dalle app P2P”, ha affermato Kon. “Venmo ha riferito di aver elaborato transazioni per oltre $ 35 miliardi nel 2017, con un aumento del 95%  rispetto all’anno precedente.”